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Erano
tempi abbastanza disagiati per tutti. Le conseguenze della
guerra persa si facevano sentire e specialmente per gente
come me che profuga della Venezia Giulia cercava di rifarsi
una esistenza. L’Italia certo con le mille difficoltà che
stava affrontando non aveva molto da darci anche se faceva
il massimo per i mezzi di cui disponeva.
Con la rinascita delle attività culturali ricreative anche
l’originario Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani
aveva ripreso l’attività dopo il ventennio ma i mezzi erano
scarsi se non inesistenti.
L’associazione cattolica consorella ASCI poteva attivarsi
più agevolmente grazie al supporto che gli dava
l’organizzazione della chiesa cattolica, mentre il CNGEI
d’iniziativa laica ed individuale trovava enormi difficoltà
ed era quasi impossibile costituire dal nulla una comunità
giovanile in una delle zone di più acceso indirizzo politico
diverso, a quel tempo, quando gli schieramenti sociali
cercavano di imporsi e proporsi nello spirito della nascente
democrazia post bellica.
Alla
Spezia alcuni giovani si erano riuniti per formare un primo
gruppo del CNGEI e per tradizione marinara locale con
indirizzo nautico.
Erano tutti di famiglie a basso reddito ed in maggioranza
con genitori dipendenti della Marina Militare.
La scelta nautica aveva certamente una radice di
tradizionale affettiva preferenza. L’iniziativa oltre ad
essere difficoltosa di per se per il carattere di spirito
nazionale dell’istituzione, lo era anche per la mentalità
politica che maggioritaria nella zona si opponeva a
qualsiasi attenzione culturale non aderente con la propria
linea politica.
Scarsi mezzi economici, difficoltà di propaganda,
indifferenza da parte degli enti pubblici, anche latente
contrasto da parte dell’ambiente cattolico, timoroso della
possibile concorrenza per l’ASCI, davano all’iniziativa una
quasi disperata prospettiva. In quella situazione per me già
uso alle difficoltà come esule e di spirito tenace ci fu
gioco di impegno e cocciuta partecipazione.
Tuttavia riuscimmo nel nostro modesto intento e con le prime
attività prese corpo la rinascita dello scoutismo GEI
spezzino.
In seguito si affiancarono alcuni
ragazzi i quali diedero vita al nascente gruppo scout
tradizionale, non nautico dando così il via al diffondersi
del movimento scoutistico nazionale nel territorio.
Paolo Coggio
Le prime riunioni si facevano ai giardini o a casa di Paolo
Coggio in via Fiume, gentilmente ospitati dalla mamma di
Paolo , gentile ed ospitale Signora che ricordo sempre con
cordiale simpatia.
Ma la disponibilità di spazio casalingo era alquanto ridotto
e fu gioco-forza cercare una sede. Fummo fortunati grazie
all’aiuto che nel frattempo ci era giunto ad opera di Paolo,
abile politico e di nota fama per le sue doti artistiche
essendo un bravo disegnatore, capace modellista navale e
ricercato personaggio nell’ambiente studentesco.
Ci accasammo in uno scantinato, in centro città nelle
vicinanze della centrale piazza Verdi. Era in voga allora il
detto “ scantinati paradisi degli scouts” Ci furono
l’inaugurazione della sede, la Promessa, ed un primo campo a
“ Ca du Pin “ , casa di caccia nascente in Comune di Sori.
gli
scout di La Spezia, tra cui Roberto Stanzione, in campeggio
a "Ca du Pin" di Sori nel 1948
L’uniforme dei nautici fu da noi improvvisata con i mezzi
reperibili nella zona che essendo una base navale, abbondava
di indumenti della Marina Militare. Adottammo il camisaccio
che tingemmo di verde ed il berretto con la striscia con
scritto CNGEI. Tenemmo buono il fazzoletto nero ed il
cordone bianco in uso in Marina. Fu tutto un fiorire
d’iniziative che entusiasmarono molti giovani i quali
diedero anche lo spunto per comporre e motivare una nostra
canzone o inno dei nautici. Siccome un reparto che canta
funziona ne approfittammo per far conoscere i nostri ideali.
Erano quelli tempi felici di gioventù gagliarda e
spensierata.
Dopo
un pò di confabulazione collettiva nacque così l’inno del
primo reparto nautico dello Spezia come si usava dire
in forma dialettale.
Ricordo i compagni Coggio, Borea, Rossetti, Scotti, Alberti,
Ferramosca, Bizzarri, ed altri La canzone scritta e musicata
a memoria dal sottoscritto è rimasta nelle nostre menti ma
non penso si possano rintracciare elementi trascritti.
Sarebbe bello che qualcuno oggi pensasse a lasciare traccia
delle parole e del motivo musicale. Io ne conservo il
ricordo a memoria perché appassionato di armonica a bocca ma
ignorante di musica ne potrei dettare l’aria ma non
trascriverla in linguaggio musicale. Peccato!
" ragazzi ai remi "
(canzone dei marò GEI )
Sull’onde del mare, sull’onde del mare
Leggere sen vanno le scialuppe
Le portan l’ardore e la giovinezza
del 1° nautico La Spezia
Sull’onde del mare, sull’onde del mare
Corrono in contro al nuovo sol
Ed in alto il grido “ forza GEI “
Perché siamo esplorator
Oili Oila Oila
Col camisaccio, col fazzoletto
Con il cordon ed il sollino alla marinar
Col berretto con la striscia
Con su scritto Esploratori Nazional
Oili Oila Oila
E sul petto un giglio e un tricolor
Un tricolor
Perché siamo esploratori
E sul petto un giglio e un tricolor
Un tricolor
Perché siamo esploratori
Oili Oila Oila
Sull’onde del mare, sull’onde del mare
Leggere sen vanno le scialuppe
Le portan l’ardore e la giovinezza
del 1° nautico La Spezia
Sull’onde del mare, sull’onde del mare
Corrono in contro al nuovo sol
Ed in alto il grido “ forza GEI “
Perché siamo esplorator
Versi di Roberto Stanzione, musica…. |
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